Spesso, chi mi contatta per problemi di attacchi di panico mi domanda se guarire sia davvero possibile. Credo che la risposta più significativa possa darla solo chi è uscito dal tunnel, per questo ho chiesto a F., 24 anni, di rispondere a qualche domanda rispetto alla sua esperienza e al percorso che sta facendo.
Colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente per la disponibilità dimostrata. Sono convinta che la sua esperienza potrà essere molto utile a chi è ancora in balìa dell’ansia e degli attacchi di panico.
Psicologa: Quando sono iniziati gli attacchi di panico?
F: Sono iniziati in un momento molto intenso della mia vita, nel quale ero completamente dedito al lavoro ed ero logorato dai pensieri riguardnti la malattia di mia madre. Non avevo una reale valvola di sfogo o un momento in cui potessi chiudere fuori dalla porta tutti i pensieri e fare qualcosa che mi piacesse. Ero esclusivamente posseduto da pensieri negativi che mi innervosivano, rattristavano e demotivavano.
P: Come si sentiva? Che sintomi aveva?
F: Iniziai a percepire qualcosa che non andasse, come un’energia chiusa dentro me, un’energia che doveva esplodere e fu così che si presentarono i primi sintomi: tachicardia, tremori, freddo, caldo, vertigini, sbandamenti, formicolii, stordimento, disorientamento, sudorazione, vista annebbiata, pressione bassa o alta. Mi sentivo malissimo, come se stessi per cadere a terra da un momento all’altro. Ogni due per tre misuravo pressione, mettevo la mano sopra il petto per sentire il cuore quasi esplodere.
P: Che impatto hanno avuto gli Attacchi di Panico sulla sua vita? Hanno cambiato le sue abitudini il suo modo di vivere?
F: Un impatto devastante. Come un trattore che arriva e senza guardare in faccia a nessuno, spazza tutto quello che ti è più caro e quotidiano. Diventò difficile, impossibile fare le cose che facevo sempre! Come guidare, prendere il treno, entrare al supermercato, andare in palestra, uscire con gli amici ecc, tutto questo portò a circoscrivermi in casa e ad essere schiavo dell’ansia e degli attacchi di panico. Davanti a me, il buio. La paura di avere un nuovo attacco, mi faceva sentire male solo al pensiero e di conseguenza le mie abitudini cambiarono perché purtroppo mi adattai agli attacchi di panico che mi costrinse a vivere quasi chiuso in casa.
P:. Ne ha parlato con qualche amico o familiare? Come hanno reagito?
F: Si, né ho parlato ed è stato fondamentale. Alcuni presero il tutto sottogamba, altri mi aiutarono davvero. Semplicemente comprendendomi, abbracciandomi e dandomi qualche consiglio. Pensavo che parlare non mi sarebbe servito, pensavo mi prendessero per pazzo, ma il pensare troppo, aiuta solo a complicare le cose. Esporre il problema giovò solo a me stesso.
P: Come li ha affrontati inizialmente? E quando ha deciso che era il momento di chiedere aiuto ad uno psicologo?
F: Fuggivo, ma venivo costantemente inseguito da questi maledetti attacchi di panico. Decisi di chiedere aiuto ad uno psicologo quando iniziai a fuggire in casa mia. Cosa intendo ? Beh, avevo ristretto la mia area di sicurezza, più ero vicino a casa, più ero tranquillo. Più mi allontanavo da casa, più stavo male. Arrivai al punto di stare bene solo nella mia stanza e non sempre! Quando arrivi a questo punto, guardi il domani…e non vedi nulla! Quindi volevo tornare a stare bene, curandomi da solo, purtroppo peggioravo di giorno in giorno, d’altra parte era inutile stare li ad aspettare che tutto passasse improvvisamente! Il problema si ingrandiva sempre di più e non miglioravo minimamente.
P: Come ne è uscito? Quando ha sentito di stare meglio?
F: Ho smesso di fuggire ed ho iniziato ad abbracciare l’ansia e gli attacchi di panico. Ho intrapreso il mio percorso con lo psicologo. Ci vuole pazienza, non bisogna perdersi d’animo. La soluzione è dentro noi stessi. Non si trova su internet, non si trova in dei forum, questi spesso e volentieri sono solo dei nutrienti per l’ansia. Per stare meglio, è utilissimo l’appoggio di uno psicologo! Dopo qualche tempo di terapia, arrivarono i risultati. Quando i risultati ci sono, si inizia a stare meglio.
P: Pensa spesso al periodo più buio? Se sì, cosa le provoca il ricordo degli Attacchi di Panico?
F: Si ci penso, perché è un qualcosa di terrificante, è un periodo della propria vita nella quale si è stati fermi. Delle volte al ricordo sorrido, delle volte mi soffermo a pensare quel periodo trascorso. Non mi provoca nessun sintomo. L’importante è non farsi traviare nuovamente da qualche pensiero negativo e soprattutto bisogna pensare al bello di oggi e del domani!
P: C’è qualche consiglio che vuole dare a chi è ancora nel tunnel degli Attacchi di Panico?
F: Iniziare una terapia, è fondamentale ti aiuta un sacco, scopri tante cose di te stesso. Ti analizzi e impari a conoscerti in maniera più approfondita. Un consiglio di fondamentale importanza è quello di NON stare fermi ad aspettare che passi improvvisamente, di pensare che sia colpa del cibo, della cervicale, della pressione, di qualche malattia rarissima, di qualche problema cardiaco ecc..ecc…lo stare fermi alimenta gli attacchi di panico. Non rimandare a domani l’inizio di una terapia, prima inizi meglio è. “Facile dire iniziare una terapia per te che stai bene, ma io che sto male come faccio? Non riesco nemmeno ad uscire di casa!“. Semplice fai come me, puoi iniziare a farlo lì, nella tua stanza, dove ti senti al sicuro con una videochiamata o una chiamata audio tramite skype. Sconsiglio fortemente di cercare soluzioni su internet o per sentito dire da altri. Tanta gente ne soffre, ma tutti noi siamo diversi.
P: Molti ci chiedono: “Guarire dagli attacchi di panico è possibile?”. Giro a lei la domanda!
F: SI, POSSIBILISSIMO! Ma non pensate che lo psicologo sia la pillola magica, la prendi e tutto passa. NO, non è così. Lo psicologo è un po’ uno specchio. Si…perchè non stai parlando con un amico, non hai la sensazione di avere di fronte la formalità e distanza che molti dottori trasmettono, quindi è come parlare un po con se stessi, ascoltarsi, lo psicologo è la tua guida, sa indicarti la strada per le risposte che non trovi! L’attacco di panico è un campanello d’allarme! Il tuo corpo ti chiede aiuto perché qualcosa non va! Spesso viviamo un po con il paraocchi, non guardiamo chi ci passa di fronte, non ascoltiamo chi parla e così delle volte finiamo per non ascoltare nemmeno noi stessi! Ma se una persona che parla si rende conto di non avere la tua attenzione, ti riprende! Il nostro corpo non ha la parola, se non lo ascoltiamo, in qualche modo si deve far pur sentire, no ? Ecco che gli attacchi di panico richiamano l’attenzione su noi stessi. Si guarisce, anche quando pensi che non ci sia via d’uscita. Lo pensavo anche io, ma mi sono ricreduto. Per ricredermi però, mi sono mosso! Tornassi indietro, inizierei prima la terapia con la psicologa.