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Uno psicologo per dimagrire 2: Distinguere la fame nervosa dalla fame vera

In un precedente articolo abbiamo parlato della fame nervosa, ossia quella voglia di mangiare che ci fa avvicinare al frigorifero non perché si senta un vero e proprio senso di fame, ma in risposta ad alcune emozioni (rabbia, noia, tristezza..).

La difficoltà di molte persone è proprio quella di distinguere la fame nervosa dalla fame vera: avvertono uno stimolo che le spinge a mangiare e, senza capire se si tratti di un bisogno fisiologico o psicologico, aprono il frigo o la dispensa e mangiano.

Vediamo insieme quali sono le differenze tra la fame nervosa e la fame vera ed esercitiamoci a distinguerle.

Chiudi gli occhi e prova a ricordare quali sensazioni fisiche hai avvertito in un’occasione in cui hai dovuto stare a digiuno per molte ore (ad esempio per degli esami medici o perché non hai avuto il tempo di pranzare). Come ti sentivi? Probabilmente un “senso di vuoto” allo stomaco. Ecco, questo è il primo fattore di distinzione: la fame vera si colloca a livello dello stomaco o dell’addome e si manifesta con un brontolio in queste zone; la fame nervosa non corrisponde a vere e proprie sensazioni fisiche, anche se spesso si associa ad un senso di tensione diffusa nel corpo e a un leggero solletichio alla gola (e, infatti, la chiamiamo spesso anche “fame di gola”).

Un’altra sostanziale differenza è relativa al modo e al tempo. La fame nervosa ci porta mangiare in modo automatico e veloce (durante gli “attacchi di fame” spesso nemmeno si è consapevoli di cosa si sta mangiando: non si assapora, si ingurgita). Inoltre, ciò che si mangia deve essere per forza sostanzioso, grasso o dolce e veloce da raggiungere (pacchetto di patatine, di biscotti..). La fame vera, invece, è quella per cui va bene anche un frutto o una verdura, perché la pancia brontola, inoltre i tempi possono essere anche un pochino più lunghi, perché con la fame vera sembra più facile gestire l’attesa, rispetto alla fame nervosa che si presenta invece come bisogno urgente. Paradossalmente, riusciamo a tollerare più facilmente la fame vera rispetto alla fame emotiva, poichè quest’ultima richiede insistentemente un’immediata soddisfazione.

Infine, mentre la fame vera si colma raggiunto un senso di pienezza, la fame nervosa non porta quasi mai ad un vero e proprio senso di soddisfazione, bensì si continua a mangiare anche se si è pieni.

La prossima volta in cui ti capita di avere un improvviso attacco di fame, fermati e ascolta il tuo corpo, fai attenzione al punto da cui partono i segnali e cerca di capire quale tipo di fame ti sta spingendo ad aprire il frigo o ad entrare nel panificio per far scorta di pizzette.

Non rimane che vedere come “combattere” la fame emotiva, ma lo faremo nel prossimo articolo, quando saremo ben allenati a distinguere i due tipi di fame!

Nel frattempo, se la questione “fame nervosa” ti ha toccato da vicino, contattami senza impegno ( http://www.goccedipsicologia.it/contatti/ ) per richiedere informazioni a riguardo.
Sia in studio (Saronno o Milano) sia a distanza (tramite Skype) propongo percorsi di gestione del peso corporeo e supporto psicologico alla dieta.

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